Il 2022 è l’anno del Banking as a Service

Tra gli abilitatori dell’innovazione finanziaria, si fanno largo i modelli as-a-Service, oggi adottati dal 75% delle startup/scaleup italiane. Tra questi spicca il Banking-as-a-Service (BaaS): un istituto finanziario autorizzato (ad esempio, una banca) offre servizi, licenza e ‘libri’ a un secondo attore non autorizzato (come una digital company), che cura l’interazione con il cliente finale e l’esperienza d’uso. I modelli BaaS creano opportunità di mercato per le banche tradizionali e permettono un’aperta competizione dei nuovi attori, come nel caso delle Challenger Bank, banche digitali gestibili attraverso app e smartphone, ormai 120 in Europa. Oltre a conto corrente e strumenti di pagamento, il 44% delle Challenger Bank offre anche possibilità di investimento, il 32% richiedere prestiti e il 20% sottoscrivere polizze.

I modelli BaaS e la riduzione del numero delle filiali bancarie

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.
I modelli di Business as-a-Service porteranno probabilmente a un’ulteriore riduzione del numero delle filiali bancarie sul territorio, ma i consumatori italiani non reagirebbero necessariamente in modo negativo. Di fronte alla chiusura della filiale di riferimento solo il 21% cambierebbe banca, il 24% sarebbe disposto a restare nella stessa, cambiando filiale o modalità di interazione, e il 35% a spostarsi su strumenti digitali (app o pc), a cui si aggiunge un 20% che già oggi non fruisce della filiale.

Cresce l’uso dei canali digitali da parte dei clienti 

In generale, tra i clienti delle banche aumenta la predisposizione a usare i canali digitali. Nel primo semestre 2022 gli operatori bancari italiani hanno registrato una crescita del 6% di clienti che usano i canali digitali (home e mobile banking).
Cresce poi del 17% anche il numero delle transazioni digitali, operazioni come bonifici, ricariche telefoniche, pagamento di bollette, compravendita di titoli, eseguite tramite home o mobile banking.
Tra tutti i correntisti attivi, il 63% ha utilizzato almeno una volta i canali digitali, il 55% se si considera il solo mobile.

Per l’86% dei giovani il conto online è quello principale

L’online non è usato solo per queste singole ‘operazioni semplici’. Alcuni clienti stanno optando per un’offerta bancaria interamente digitale. Il 24% dei clienti retail attivi in internet in Italia, infatti, ha uno o più conti aperti presso banche online, percentuale che sale al 40% nei giovani tra i 18 e i 24 anni, e che si riduce gradualmente fino all’11% nella fascia 55-74 anni. 
“Anche nel corso del 2022 è continuata la crescita dell’educazione digitale degli italiani in ambito finanziario – evidenzia Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -. In generale, aumenta la predisposizione a usare i canali digitali, soprattutto tra i giovani che, da un lato sono più abituati a fruire di servizi in digitale, dall’altro hanno verosimilmente necessità meno sofisticate e compatibili in pieno con la proposta attuale delle banche digitali”.

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