Le imprese italiane sono pronte ad assumere. Lo scenario 2022

Se nel 2021 il 75,6% delle aziende italiane ha ampliato l’organico, il 55% addirittura in misura maggiore rispetto a quanto pianificato, e il 20,6% ha inserito meno profili di quanto ipotizzato, secondo il bilancio di fine anno di InfoJobs il 15,6% ha mantenuto stabili i livelli occupazionali, il 6,1% ha dismesso i contratti atipici, e solo il 2,8% ha ridimensionato l’organico. Quanto ai dati relativi dell’Indagine sui trend mercato del lavoro 2022, lo scenario per InfoJobs si presenta con segnali di apertura e propensione all’incremento delle risorse in azienda. Il 50% delle imprese è infatti disposto ad assumere, sebbene in numero limitato, e il 31,1% è aperta a un numero elevato di assunzioni. C’è poi chi pensa di sostituire eventuali dimissionari (11,7%), e solo il 6,1% non prevede nuove assunzioni.

Come saranno le nuove assunzioni?

Per il 45,7% rimarranno gli stessi criteri e contratti del passato, ma c’è un 40,1% che nella scelta del tipo di risorse vede come prioritaria la qualità dei profili più che la quantità, e un 14,2%, che preferisce puntare all’assunzione di figure con contratti flessibili. Rispetto al problema della difficoltà di reperimento, l’88,7% dichiara di essere d’accordo.
In particolare, il 54,4% dichiara di non trovare persone in linea con esperienze e competenze richieste, o con la proposta dell’azienda, il 24,2% imputa le difficolta al cambiamento di atteggiamento verso il lavoro generato dalla pandemia, mentre per il 10,1% la causa è l’apertura di tante opportunità in settori affini che porta maggiore offerta per il candidato.

Fare i conti con il great resignation

All’opposto, c’è chi dichiara che con la ripresa del mercato sia tornata in auge anche la volontà delle persone di mettersi in gioco (9,4%), così come la perdita di posti di lavoro portata dalla pandemia (2%) abbia aumentato di fatto i profili ‘papabili’. L’attenzione ai propri desiderata e la predisposizione al benessere personale hanno portato nel panorama di ricerca e selezione del personale fenomeni più o meno transitori, anche per quanto riguarda l’argomento dimissioni.
Attualmente ha preso spazio il fenomeno delle dimissioni di massa, ormai noto come great resignation, tipico soprattutto all’interno delle grandi aziende, ma rilevato anche dalle Pmi.

Alla ricerca del work-life balance perfetto 

Analizzando i dati emersi dall’indagine, anche se per il 36,9% degli intervistati sembra essere rimasto invariato il numero di dimissioni rispetto agli anni precedenti, sono proprio i giovani che secondo il 31,2% hanno contribuito a registrare un incremento nel numero di dimissioni rispetto al passato, poiché motivati dalla ricerca di una posizione migliore e dalla rincorsa al perfetto work-life balance. Inoltre, i profondi mutamenti dei due anni appena trascorsi per il 24,1% hanno dato maggiore coraggio di cambiare lavoro per rincorrere il sogno professionale, o per cercare un’azienda più affine ai propri valori. 

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