La selezione del personale? Da reale a … virtuale, ma super efficace

l Virtual Recruiting, ovvero la selezione del personale a distanza, con relativi colloqui, è ormai una prassi per moltissime aziende. Che ne decantano la validità: mentre sullo smart working i pareri non sono tutti positivi, la selezione a distanza ha convinto invece un gran numero di candidati. Il 60% delle persone intervistate da CleverConnect a maggio 2020 ha trovato l’esperienza positiva. Per le aziende, il lockdown prima e la diffusione dello smart working poi hanno portato a un ripensamento del proprio processo di selezione. L’impossibilità di condurre un colloquio in presenza ha spinto le imprese ad accelerare la digitalizzazione e a optare per colloqui virtuali e da remoto.

Un’attività “non essenziale”: ma è davvero così?

Nel 2020, complice l’emergenza sanitaria, molte attività considerate non essenziali sono state quasi “congelate”, e i colloqui di selezione rischiavano di finire in questo spazio vuoto. Le aziende italiane, però, hanno dimostrato un’eccezionale resilienza e la capacità di innovarsi per poter proseguire nei processi di selezione. Al di là del periodo di crisi, in realtà, già da tempo le imprese stanno sperimentando i colloqui video a distanza, ma durante il lockdown questi hanno registrato un boom del +40%, percentuali in crescita che durano tutt’oggi. I recruiter si sono resi conto che il video è un approccio adatto a risparmiare molto tempo, a favore anche dei candidati. Per alcune posizioni il video può tranquillamente sostituire del tutto il CV o il classico colloquio telefonico. In questi casi, il risparmio di tempo è veramente senza precedenti.

L’evoluzione della ricerca di lavoro

Anche grazie alla tecnologia, gli individui sono al centro del processo di ricerca di un’occupazione. Non per niente, l’89% dei candidati inizia la ricerca di lavoro sul web, visitando portali dedicati, job board e pagine Lavora con noi. Dal momento della candidatura, però, il processo di selezione resta sempre lo stesso: invio del CV, lettera di presentazione, colloquio telefonico, incontro fisico. Le soluzioni digitali, invece, stanno gradualmente scuotendo questo ordine consolidato per offrire un’esperienza innovativa e molto più flessibile. Il tempo che non viene speso per organizzare e programmare gli incontri fisici consente al recruiter di concentrarsi su altre attività ad alto valore aggiunto, come creare una relazione e interagire con i candidati dall’inizio alla fine del processo. Il virtual recruiting, inoltre, aiuta a diversificare il profilo dei candidati e quindi migliora l’efficienza e la qualità delle assunzioni: non limitandosi alle informazioni del CV, ma concentrandosi sulle soft skill, alcuni candidati hanno l’occasione di dimostrarsi profili veramente validi.

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